Dario Dolci e Antonio Guerinila/provinciadicremona.it

Si è parlato di ‘Ultras e calcio moderno’ ieri sera in Sala Alessandrini nel dibattito organizzato dall’Opinione, ma si è trattato di un dibattito senza confronto, dal momento che di ultras non se ne sono visti. O meglio, se ne sono visti tanti: sono entrati in sala, hanno distribuito un comunicato in polemica con gli organizzatori e se ne sono andati. Il motivo? Essere stati ‘invitati’ tramite una e.mail di tre righe della quale l’intestatario della casella di posta era addirittura all’oscuro.

L’assenza dei veri interlocutori ha un po’ afflosciato la serata, nonostante le provocazioni del collega Antonio Grassi, che ha fatto da moderatore, siano servite a rendere meno monocorde gli interventi. Nessuna criminalizzazione, comunque. I relatori sono stati il procuratore della Repubblica Benito Melchionna, il commissario Daniel Segre, il presidente dell’Inter Club Crema Leonardo Mingione, il presidente dell’Us Pergocrema Massimiliano Aschedamini ed il direttore generale del club gialloblù Valentino Angeloni, giunto a serata inoltrata.

Aschedamini ha forse indicato quella che potrebbe essere una medicina contro le degenerazioni del tifo: «Il modo migliore è il dialogo e il confronto. A questi ragazzi occorre parlare. Uno stadio senza una tifoseria è impensabile, perchè ti dà emozioni fortissime. I rapporti del Pergocrema con la Curva sono sempre stati eccezionali». Sulla necessità di un dialogo ha puntato anche Segre: «Mi spiace per questa assenza degli ultras del Pergo, con i quali avrei voluto colloquiare. Sono sceso a parlare con loro e mi hanno spiegato i motivi per i quali hanno disertato l’incontro.

C’erano quasi tutti i diffidati. Avrebbero voluto un contatto diretto con gli organizzatori, che non c’è stato». Segre ha poi proseguito analizzando il fenomeno ultrà: «Purtroppo esiste un problema di ordine pubblico che comporta la mobilitazione di centinaia di migliaia di agenti e una spesa ingente per lo Stato. Il 40% degli incidenti avviene in scontri tra tifosi e polizia. In questo momento c’è bisogno di tolleranza zero ed è necessario passare attraverso misure di emergenza per contrastare il fenomeno. Alla lunga però occorre fare in modo che la gente torni a riappropriarsi degli stadi. Il futuro è nelle telecamere, nei posti numerati e nei biglietti nominali». Il procuratore Melchionna ha fatto un’introduzione di tipo filosofico prima illustrare la normativa antiviolenza: «L’uomo è un animale violento.

La società civile italiana è cresciuta poco perchè si è delegato troppo allo Stato. I giovani non hanno riferimenti forti e allora si nascondono nel branco, perdono la loro identità e si sentono autorizzati a minacciare la società. Gli sport più violenti sono quelli dove ci sono in gioco i maggiori interessi economici». Mingione ha parlato di cultura sportiva: «Dovremmo imparare a tifare per la nostra squadra e non contro quella avversaria». Angeloni ha concluso affermando che «I media devono fare la loro parte. Certe trasmissioni televisive sono un’istigazione alla violenza». Il contraddittorio la prossima volta.